fermarsi ad osservare

 In alcuni giorni, se trovo qualche istante di quiete, mi piace osservare...per capire.A volte capita di incappare in delle risorse in rete (lontano dai Social più possibile) che sono davvero d'ispirazione per il mio lavoro, e per la mia visione.Un esempio può essere questo: Video di Stephen ShoreNon credo che Stephen Shore abbia bisogno di troppe presentazioni, eppure colpisce ancora una volta ciò che dice, con estrema profondità e semplicità lungo questa intervista.Il diario del nostro quotidiano.Lungo un Viaggio incomincia a fotografare il cibo che mangia, i letti che usa, i bagni pubblici, le architetture commerciali e urbane, le TV nelle stanze d'albergo. Il suo quotidiano insomma.Ed ecco che le fotografie diventano delle "porte" per raccontare la cultura in cui vive, nel modo in cui la vive a livello personale.Fotografie che sembrano a prima vista banali e documentarie ad un occhio inesperto crescono di potenza perché raggruppate in differenti serie fotografiche.Quello che si può dare per scontato, ma che non dovrebbe esserlo, é che bisogna vivere per fotografare, ovvero se preferite, fotografare la propria vita e ciò che ci riguarda a livello personale. Passare attraverso le esperienze e raccontarle a proprio modo.Shore cerca una naturalità di Linguaggio fotografico ma non é e non deve diventare un dictat. Alcuni di noi avranno una pronuncia più "forte" (un bianconero contrastato ad esempio) ma ciò che credo sia importante é imparare a vedere e dare la propria interpretazione.Il regalo più bello che la fotografia può darci, aldilà delle foto più o meno riuscite, é proprio la possibilità di osservare il mondo in modo più profondo, fino a sentire la vita nelle sfumature che, normalmente, passano inosservate. Una luce, un colore, un riflesso...possono dare delle sensazioni che sono nostre, difficilmente replicabili in modo credibile.Imparare a vedere e a scegliere, quindi sentire e soffermarsi a pensare.La fotografia ci ha abituato al poter scattare a costi ridotti oggi (solo in teoria, perché le macchine si deteriorano e il tempo che utilizziamo per la post-produzione e per riguardare gli archivi é tutt'altro che una risorsa infinita e gratuita) e quindi a scattare moltissimo, ma la fotografia deve essere una scelta, soprattutto nella fase di editing finale.Quindi "guardare il mondo con attenzione", imparare a capire cosa ci stiamo perdendo nella moltitudine di cose e di corse che facciamo ogni giorno, sviluppare una consapevolezza e una libertà di visione del tutto propria e personale.Restate Libericorsi fotografia milano

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Alex Majoli

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Si viaggiare: less is more la lezione dei maestri