Avendo partecipato al World Press Photo per la prima volta quest'anno sono in parte in causa e fare una valutazione di questo prestigioso premio non è mai facile.Di sicuro c'è uno sbilanciamento verso le foto di guerra che non può non saltare agli occhi.World Press PhotoQuesto sbilanciamento comporta una sorta di atrofia nei confronti delle altre storie.  Sarebbe quindi opportuno, secondo me, creare una categoria apposita: War Stories solo per le guerre in maniera da dare spazio anche ad altri tipi di racconto.Quest'anno non c'era neanche un membro della giuria Italiano quasi a testimoniare il fatto che in Italia la figura del PHOTO EDITOR è sempre più in declino con un graduale impoverimento della cultura fotografica e visuale.A controbilanciare questa sparizione di giurati italiani i fotografi invece sono stati molto premiati con lavori impegnati ed interessanti: Alessio Romenzi, Paolo Pellegrin, Fabio Bucciarelli, Vittore Buzzi, Fausto Podavini e Paolo Patrizi. Questo a testimoniare il fatto che chi produce immagini in Italia lo fa con grande amore e dedizione.Molto sta cambiando anche nel modo di giudicare, prima di confermarmi il premio sono stati richiesti i file RAW della mia storia, perché la giuria voleva valutarli senza la post / produzione che avevo effettuato anche questa è una cosa che sta destando molto scalpore perché piano gli interventi sul file RAW in Lightroom quindi senza la manipolazione / eliminazione / aggiunta di parti dell'immagine sta venendo accettata.Se siete interessati a migliorare le vostre capacità riguardo alla fotografia di reportage vi consigliamo:

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Piccole macchine, grandi foto...

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